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COLONIZZAZIONI
ANTICHE
Fenomeno dovuto ai grandi movimenti di popoli
con relativi nuovi insediamenti, che iniziò verso la metà
del II millennio a.C. e durò fino a oltre il crollo dell'impero
romano d'occidente.
FENICI E GRECI. Centro d'irradiazione fu il bacino del Mediterraneo,
in cui i primi a muoversi furono i fenici, fondatori di Cartagine e Utica
in Africa, Cadice e Tartesso in Spagna, Olbia e Tharros in Sardegna. Si
presume che dopo la fine dei regni micenei (XII secolo a.C.), siano iniziate
le migrazioni ionica, eolica e dorica dalla penisola ellenica verso le
coste occidentali dell'Asia minore attraverso le stazioni intermedie delle
isole Cicladi e Sporadi. Il flusso migratorio soprattutto dall'Attica,
dall'Eubea, dalla Tessaglia, dall'Argolide, dalla Laconia fu provocato
dal diffondersi in Grecia di fenomeni di sovrappopolamento e depauperamento
delle risorse, e durò circa un secolo. I legami dei coloni con
la madrepatria rimasero molto tenui, ma sulla base delle affinità
di lingua e tradizioni si formarono in Asia minore tre gruppi di insediamento
e tre leghe di città: a sud la Doride con una lega di sei città
(esapoli), al centro la Ionia e a nord l'Eolide, entrambe con una
lega di dodici città (dodecapoli). A partire dall'VII secolo
a.C. una complessa serie di motivi, fra cui nuove esigenze commerciali,
penuria di terre, lotte sociali all'interno delle polis, produsse
per la seconda volta una forte dispersione di elementi greci nell'area
mediterranea e ancora più lontano. Basi di partenza divennero allora
le città di Calcide ed Eretria in Eubea, Corinto e Megara, Rodi
e Lesbo, e centri ionici d'Asia minore come Mileto. Un imponente flusso
investì l'occidente, soprattutto la Sicilia e l'Italia meridionale:
i calcidesi approdarono verso il 770 a.C. a Pitecussa (Ischia) e di qui
passarono sul continente a Cuma; in Sicilia fondarono dapprima Nasso intorno
al 730 a.C., poi Catania, Leontini e sullo stretto Zancle (Messina) e
Reggio. Attraverso la tappa intermedia di Corcira (Corfù) i corinzi
fondarono Siracusa. Genti del Peloponneso non molto dopo si insediarono
a Metaponto, Sibari, Crotone e Caulonia, un'area di stanziamento acheo
da cui si sviluppò il nome di Magna Grecia; Taranto, alla cui fondazione
la tradizione attribuiva una partecipazione servile, fu colonia spartana.
Uomini di Rodi e Creta fondarono Gela verso il 688 a.C.; ai megaresi toccò
la deduzione di Megara Iblea. Tartesso in Iberia e Massalia (Marsiglia)
furono fondate intorno al 600 a.C. rispettivamente da samii e da focei.
In occidente i greci si scontrarono per il controllo del territorio con
etruschi e cartaginesi, di fronte ai quali dovettero talora retrocedere,
come fu il caso della colonia focese di Alalia in Corsica (540 a.C.).
Nell'Egeo settentrionale la penisola calcidica ebbe nome dai calcidesi
che la popolarono. La zona degli stretti sul mar Nero accolse emigranti
soprattutto da Megara, Lesbo e Mileto. I milesi, secondo la tradizione
antica, fondarono una novantina di centri, fra cui Abido sull'Ellesponto,
Sinope, Amiso, Trapezunte, Apollonia, Odesso, Tomi, Olbia, Panticapeo
sul Ponto (mar Nero), che da allora fu appunto chiamato Eussino (ospitale);
fondarono inoltre Naucrati in Egitto, mentre genti di Tera si insediarono
a Cirene in Libia. Molte di queste colonie divennero a loro volta centri
di irradiazione. In realtà il concetto greco di colonia, comunemente
chiamata apoikía, si distingue da quello moderno per la
sostanziale indipendenza dalla madrepatria: le uniche eccezioni erano
le cleruchie ateniesi (Caristo, Sciro, Lemmo, Imbro), che svolgevano
funzioni di controllo del territorio e i cui abitanti conservavano la
cittadinanza ateniese. L'età ellenistica conobbe esperienze nuove
di colonizzazione dettate da esigenze sia militari sia commerciali. Fu
Alessandro Magno a fornire il modello fondando due Alessandrie alle foci
del Nilo e del Tigri-Eufrate; lo seguirono poi i grandi sovrani ellenistici
(quasi inattivi furono i Tolomei); così nacquero Antigonia in Siria
per opera di Antigono Monoftalmo, Lisimachia in Tracia per opera di Lisimaco,
Antiochia sull'Oronte, Apamea e Seleucia sul Tigri per opera dei seleucidi.
LE COLONIE DI ROMA. Un forte legame con il potere dello stato,
precisi intenti strategici e una meticolosa pianificazione caratterizzarono
le colonie dedotte da Roma. Il diritto pubblico distingueva due tipi di
colonie. Nelle coloniae civium romanorum (tra le quali alcune erano
dette maritimae) era inviato un contingente di cittadini (spesso
in numero di trecento) cui era dato singolarmente in proprietà
un appezzamento di terra di pochissimi iugeri. Queste colonie, poco numerose
prima della seconda guerra punica, esercitavano per conto di Roma una
preminente funzione di controllo del territorio conquistato. Tali furono
Ostia, dedotta ancora in età regia, Antium (Anzio), Terracina,
Sena gallica (Senigallia), Puteoli (Pozzuoli), Mutina (Modena), Parma.
Le coloniae latinae erano strumenti di romanizzazione dell'Italia;
i coloni trapiantati non erano cittadini romani, ma provenivano da tutte
le città latine alleate di Roma, cui dovevano poi fornire contingenti
militari. Di questo tipo furono Velitrae (Velletri), Sora, Ariminum (Rimini),
Beneventum, Cremona, Placentia (Piacenza), Aquileia. A partire dall'età
di Mario (II secolo a.C.), come rilevano le fonti antiche, le colonie
dedotte ebbero carattere militare, dovendo provvedere alle necessità
dei proletari congedati dagli eserciti; l'acquisizione di terre da assegnare
ai veterani avveniva per via di confische più o meno legali. Simili
colonie furono Eporedia (Ivrea), dedotta da Mario, Arretium (Arezzo),
Florentia (Firenze), Paestum, Pompei, dedotte da Silla, Capua, dedotta
da Cesare. Il processo di sistemazione del territorio intorno alle città
per la suddivisione fra coloni (limitatio, centuriazione) lasciò
imponenti tracce, visibili soprattutto nell'Italia settentrionale nell'ambito
del grandioso disegno di romanizzazione della valle del Po.
D. Ambaglio
J. Bérard, La Magna Grecia. Storia delle colonie greche dell'Italia
meridionale, Einaudi, Torino 1963; E.T. Salmon, Roman Colonization
under the Republic, Thames and Hudson, Londra 1969; D. Musti, Storia
greca, Laterza, Roma-Bari 1990.
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